Le macchine industriali italiane sono vecchie: lo studio di UCIMU.

In data 27 gennaio 2016, l'UCIMU (associazione di Confindustria) ha presentato, presso la Camera dei Deputati, i risultati della "QUINTA EDIZIONE DELL’INDAGINE SUL PARCO MACCHINE UTENSILI E SISTEMI DI PRODUZIONE INSTALLATI NELL’INDUSTRIA ITALIANA".

Occupandoci di trattamenti termici, ci interessa sicuramente capire dove va il mercato delle macchine utensili e, in particolare, quali opportunità vengono offerte a chi sta pianificando un investimento.

Partiamo, dunque, dall'indagine dell'UCIMU. Secondo questa analisi, ad oggi, le macchine utensili installate in Italia sono più di 300 mila (in questo dato non sono comprese le macchine installate presso le unità produttive con meno di 20 addetti), ma l'analisi di UCIMU mette in evidenza come la lunga crisi economica che ha colpito il nostro Paese tra il 2009 e il 2014, abbia inciso pesantemente su questo settore.

Il parco macchine si è sensibilmente ridotto, rispetto a quanto rilevato in occasione della precedente indagine (2005), come conseguenza della crisi e della diminuzione di aziende e degli addetti delle imprese metalmeccaniche e del calo degli investimenti. La diminuzione è dell’11% sul dato grezzo; se teniamo conto dei nuovi impianti censiti in questa indagine (trattamenti termici, finitura superficiale, lavaggio industriale, marcatura), il calo effettivo sale al 15%.

Secondo quanto rilevato nelle due indagini precedenti (1996 e 2005), oltre il 25% dei macchinari aveva un’anzianità non superiore a 5 anni. Nel 2014 tale quota è scesa al 13%, mentre la quota di macchine con oltre 20 anni è aumentata dal 15% del 2005 al 27% del 2014. Un dato positivo, però, c'è: nell'ultimo periodo sono cresciuti i sistemi di produzione a tecnologia avanzata anche se a ritmo piuttosto lento.

Per quanto riguarda la distribuzione geografica, la Lombardia resta al primo posto e sembra aver avviato un processo di crescita, mentre Il Piemonte conferma il proseguire di un periodo di difficoltà e scende al quarto posto. Il Triveneto mantiene il secondo posto, ma conferma il trend in calo, mentre continua a crescere l’Emilia Romagna (che registra anche il massimo numero di macchine utensili ogni 100 addetti), anche se in misura contenuta (+1% rispetto alla precedente rilevazione). Cresce Il Centro-Sud, anche se  questo risultato dipende da poche grandi unità locali, soprattutto nel settore Automotive.

Che cosa ci dice, in sintesi, questa analisi? Possiamo individuare quattro elementi principali:

  1. in Italia, oggi, ci sono meno macchine utensili e sistemi di produzione che nel 2005;
  2. l’età media del parco macchine è cresciuta significativamente;
  3. negli ultimi 6 anni, a causa della crisi, gli investimenti si sono ridotti ed il numero di macchine installate si è dimezzato;
  4. l’adozione di nuovi sistemi a controllo numerico e di automazione dei processi produttivi procede al rallentatore.

Cosa fare, dunque, per invertire questa tendenza?

La rotta è indicata da Luigi Galdabini, Presidente di UCIMU: "La modalità più adeguata per contrastare l’inesorabile invecchiamento delle macchine utensili presenti negli stabilimenti produttivi del paese è l’adozione di una misura che favorisca l’aggiornamento del parco macchine installato. Funzionale all'obbiettivo è l’introduzione di un sistema di incentivi alla sostituzione volontaria dei macchinari obsoleti con nuove tecnologie progettate e realizzate secondo le nuove esigenze di produttività, risparmio energetico e rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro previste dall'Unione Europea, assicurando così adeguato livello di competitività al Made in Italy".

Ciò che veramente serve, quindi, è una politica industriale che sappia coniugare il sistema manifatturiero attuale con i servizi innovativi e gli strumenti che le moderne tecnologie offrono: altrimenti, il nostro Paese rischia non solo di non farsi trovare pronto per la cosiddetta Industria 4.0, ma di non avere la capacità di reagire prontamente per cogliere un'eventuale consolidarsi della domanda.

In questo senso vanno sicuramente provvedimenti quali la Nuova Legge Sabatini che, operativa dal mese di aprile 2014, permette il finanziamento a tassi agevolati degli acquisti in macchinari, e la legge sui "Super Ammortamenti" (L. 208/2015) che permette l’ammortamento del 140% del valore del bene acquisito, ma si può e si deve fare di più.

A questo link è possibile scaricare il testo completo del comunicato stampa di presentazione dello studio.

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